giovedì 5 novembre 2015

Sfogliata di Grana Padano e Pocini: la videoricetta

Il profumo dei boschi autunnali è qualcosa di inimitabile: chi ama passeggiare nei boschi non può davvero fare a meno di andare a respirare l’aria dell’autunno. Le foglie scendono intorno a noi vorticando e il canto del vento ci avvolge nel silenzio del bosco. I profumi vanno da quello delle foglie in decomposizione fino a tutti i sentori di funghi che spuntano in questa stagione.
Il re del bosco autunnale è però il porcino che con i suoi profumi e i suoi sapori riesce a incarnare lo spirito di questa stagione.
La ricetta che vi voglio presentare oggi è semplice ma di sicuro effetto, oltre che essere di un bontà inimitabile. 
I protagonisti sono il Grana Padano Dop e il fungo porcino che andranno a creare un connubio davvero indimenticabile.
La ricetta è di facile realizzazione e non richiede particolari abilità ma vedrete che ne verrà fuori un piatto da chef che stupirà i vostri ospiti e li farà godere dei profumi e dei sapori del bosco d’autunno.
Gli INGREDIENTI di questa gustosissima ricetta sono: 300 grammi di grana padano, 200 grammi di porcini, 200 grammi di olio di semi, Sale pepe prezzemolo uno spicchio d’aglio e 30 g di burro
Anche la realizzazione non richiede particolari attrezzature né procedimenti elaborati ed otterrete un piatto fantastico con poco sforzo.
Clicca per vedere la video ricetta

L’abbinamento di questo piatto va fatto con un vino profumato e molto intenso per poter competere con l’aromaticità dei porcini. Uno Chardonnay o un Muller Torgau, a mio avviso sono ottimi per esaltare le caratteristiche di questo piatto.

martedì 20 ottobre 2015

Il Vin Santo: tripudio si profumi d'autunno


Il Vinsanto è un vino toscano da dessert prodotto da uve bianche tipo Trebbiano e Malvasia fatte appassire sui cannicci e poi vinificate per ottenere un vino liquoroso e dolce che, con un adeguato processo di invecchiamento nei caratteristici caratelli diventerà un vero e proprio tripudio di sapori. Molto particolare è il Vinsanto Occhio di Pernice prodotto da uve Sangiovese.

L'origine del suo nome vede diverse versioni: la versione senese recita che il nome deriva dal fatto che un frate francescano usasse questo vino per curare i malati, mentre quella fiorentina che durante il Concilio di Firenze del 1439 il metropolita greco Giovanni Bessarione, assaggiando il vino dichiarasse "Questo è il vino di Xantos! " riferendosi ad un tipico vino passito di Santorini. L'ultima versione, infine, è molto più prosaica e dice che il nome derivi dal fatto che questo è il vino usato durante la messa cattolica.

La tecnica di produzione del Vinsanto prevede la vendemmia dei migliori grappoli che poi vengono appesi o stesi sui cannicci fino a che non appassiscono. In genere il vinsanto viene pigiato e messo nei caratelli dopo Natale. In genere il vinsanto viene tenuto ad invecchiare nei caratelli per tre anni, poi viene tolto e messo il mosto ottenuto dalle uve appassite.


Il vinsanto si sposa perfettamente con i tipici cantuccini, dei biscotti secchi alle mandorle e con le caldarroste, per un binomio tutto autunnale!


lunedì 5 ottobre 2015

Ribollita e Chianti Lamole: un abbinamento al profumo di Toscana

La Ribollita è un piatto tipico della cucina toscana e fiorentina che ha origine nella cucina povera contadina ma che con il tempo è diventata un vero cult per coloro che ricercano nella gastronomia tradizionale le tracce più autentiche della cultura dei luoghi che visitano per la prima volta o che frequentano abitualmente.

L’abbinamento con il giusto vino, poi, determina spesso la riuscita di un piatto e ne rende unica la degustazione. Vediamo come si prepara la Ribollita e a quale vino abbinarla.

Ingredienti per 2 persone: 
150 g di cavolo nero, 300 g di fagioli freschi, 2 cucchiai di olio extravergine d'oliva, aglio, sale, rosmarino, 20 g di pecorino, ½ cipolla, 150 g di pane casereccio, ½ sedano, ½ carota, timo, 15 g di grasso di prosciutto, 30 g di pomodori San Marzano, 50 g di cipolline fresche, 150 g di verza.

Preparazione: 

Mettere in una casseruola di coccio il trito di cipolla e aglio, il grasso di prosciutto e un cucchiaino di olio e fate rosolare a fuoco basso. Unite il sedano e la carota a dadini, un quarto di verza, un quarto di cavolo tagliati a pezzi e un pomodoro piccolo a cubetti. Aggiungete i fagioli con un litro di acqua, salate e cuocete. Quando saranno cotti mettete da parte un mestolo di fagioli, e passate al setaccio le verdure. Mettete i fagioli nella pentola unendo anche quelli messi da parte con qualche foglia di cavolo, fate cuocere il tutto per 15 minuti. In un'altra padella fate soffriggere l’olio, uno spicchio di aglio, il rosmarino, e il timo e poi unitelo alla pentola passato. Tagliate a fette il pane, disponetelo in una teglia, spolverizzate con il pecorino e coprite con le verdure. Fate riposare per 15 minuti, cospargete con le cipolline tagliate sottili, l’olio e mettete nel forno qualche minuto.

Abbinamento:

Questo piatto va abbinato ad un vino rosso come il Chianti Lamole che si presenta con un bel colore rosso rubino e note floreali di viola mammola e fruttate di ciliegia e bacche rosse, con una sfumata nota minerale. Al palato domina la freschezza e la sapidità che ottimamente si abbinano alla moltitudine di sapori e profumi della ribollita.

domenica 4 ottobre 2015

Il lampredotto: più che un cibo, una tradizione...

Il lampredotto: un'istituzione fiorentina
Il lampredotto a Firenze, più che un cibo è un’istituzione, una storia antica presente tutti i giorni per le strade della città nei pochi camioncini o banchi dei “trippai” rimasti, veri e propri baluardi di una tradizione popolare conservata nel tempo sotto l'ombra di antichi palazzi e grandi opere d'arte. Il lampredotto è un cibo da strada e viene servito dentro a un panino tipico fiorentino: la semelle, di forma allungata e rigorosamente senza sale.
Il lampredotto è un tipo di trippa. Il termine "trippa" identifica alcune parti dell'apparato digerente del bovino, tra cui l'esofago, tre prestomaci (rumine, reticolo, omaso) e un vero e proprio stomaco ghiandolare, l'abomaso che costituisce appunto il lampredotto, che viene bollito a lungo in acqua per “sbiancarlo”.
Il panino viene preparato dal trippaio prendendo il lampredotto da un pentolone dove sobbolle lentamente e dove è già stato cotto facendolo bollire per ore. Il pezzo viene tagliato grossolanamente e messo nel panino, poi c’è la classica domanda di rito: “Con che?” e la risposta migliore è “sale, pepe e salsa verde” che vengono genero mante aggiunti. Infine la domanda di rito: “Lo vuole bagnato?”, in modo tale che la calotta superiore del panino venga bagnata nel brodo di cottura e il panino servito avvolto da carta gialla…

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Ecco la ricetta del lampredotto:

Ingredienti - 1 lampredotto intero già sbiancato- 2 pomodori- 4 carote- 2 grosse cipolle- qualche foglia di basilico- 1 ciuffo di prezzemolo- 2 chiodi di garofano- 4 coste di sedano- sale e pepe q.b.
Preparazione: In abbondante acqua porre tutti gli ingredienti compreso il lampredotto prima lavato e sgrassato. Lasciar bollire a fuoco dolce per circa un'ora. A questo punto scolare il lampredotto, disporlo su un largo piatto di portata e servirlo accompagnato con sottaceti, salsa verde o piccante, oppure più semplicemente condito col brodo di cottura e spolverato con sale e pepe. Oppure mettetelo nel classico panino fiorentino, il semelle, condito con sale, pepe e salsa verde a base di prezzemolo, capperi e acciuga, bagnando la calotta superiore nel brodo di cottura del lampredotto subito prima di metterla sul panino.


Abbinamento:

L'abbinamento più adatto a questo piatto è con un Chianti giovane o un Chianti Classico poco strutturato, fresco con aromi fruttati e floreali.